Sette doni TUUM
Nelle Sacre Scritture la parola consiglio significa spesso progetto, disegno. Il dono del consiglio ci aiuta a progettare il futuro, a riflettere prima di agire, per valutare e scegliere bene tra le diverse alternative che la vita propone. Il dono del consiglio agisce come un "soffio nuovo" nella coscienza, suggerendole ciò che è lecito. La coscienza diventa così "l'occhio sano" che acquista una sorta di nuova visione, grazie alla quale è possibile scegliere con oculatezza la strada da intraprendere.
La fortezza è una delle virtù sulle quali poggia tutto l'edificio della vita morale: è la virtù di chi non scende a compromessi nell'adempimento del proprio dovere. Aiuta a mantenere gli impegni presi nei confronti nella vita e di se stessi. Aiuta a sopportare fatiche e sofferenze, ma anche ad affrontare tentazioni e difficoltà.
La parola "intelletto" deriva dal latino "intus legere", che significa "leggere dentro". Non si tratta della capacità intellettuale di cui tutti sono più o meno dotati, ma è la capacità di andare al di là dell'aspetto esteriore della realtà, per scrutarne le profondità, fino alla sua completa comprensione. La persona che ha il dono dell'intelletto non dà peso all'apparenza, ai pettegolezzi, alle banalità: cerca invece la verità nelle persone e nelle parole, che ascolta e che dice. Questa virtù coinvolge sia la mente, che il cuore: nell'antichità infatti, la sede dell'Intelletto non era il cervello ma il cuore, perché la conoscenza che si raggiunge col cuore è più profonda di quella distaccata e asettica della mente.
Il nome di questo dono non ha nulla a che fare con il senso negativo di compassione o pietà per qualcuno, ma è strettamente legato al termine latino "pietas", inteso come amore famigliare tra i genitori e i figli. Il dono della pietà porta a fidarci delle persone con lo stesso abbandono di un bambino che, in qualsiasi situazione, si sente al sicuro tra le braccia del papà e della mamma. Il dono della pietà, inoltre, estingue nel cuore quei focolai di tensione e di divisione come l'amarezza, la collera, l'impazienza, e vi alimenta sentimenti di comprensione, tolleranza e perdono.
Nel linguaggio comune "scienza" significa conoscenza umana di tipo tecnico, mediante la quale si arriva alla conoscenza del mondo e dei suoi meccanismi, nel linguaggio arcaico "scienza" significa anche "amore". Il dono della scienza diventa il dono che permette all'amore di entrare nella conoscenza. Chi ama capisce meglio, capisce prima, capisce di più; il cuore che ama comprende più della mente.
La
parola sapienza deriva dal latino "sàpere": aver sapore, essere
gustoso. La sapienza è quel dono che ci fa scoprire il vero "sapore"
delle cose, delle persone care, degli affetti più profondi.
È il dono che illumina la mente. La persona "sapiente" riesce a
vedere il mondo con occhi oggettivi, non influenzati dal proprio
vissuto. Non si allinea alle mode ma sa andare contro corrente. È il
dono proprio del creativo, che lo rende capace di creare, di rielaborare
artisticamente, senza regole precise.